Concerti Estivi dell'
Accademia del Sarmento

Teatro Stabile "Vittorio Emanuele II"
Porto san Giorgio (Ascoli Piceno)
Sabato 29 luglio 2000 - ore 21,30

Concerto di Giuseppe Maria Ficara, Chitarra

Introduzione di Maria Rosa Milani


Benvenuti e buonasera.

Coloro che hanno seguito la "Academia Sarmenti" nei due precedenti appuntamenti, resi fattibili grazie all'Assessorato alla Cultura del Comune di Porto San Giorgio che ci ospita in questo delizioso teatro, avranno ormai notato che la scenografia è volutamente sempre la stessa; una sorta di salotto dove ritrovarsi per sfogliare insieme alcune pagine letterarie e musicali di grande suggestione.
In questo percorso musicale e letterario, la chitarra è stato lo strumento protagonista; è quindi naturale che la conclusione di questo ciclo sia affidata alla chitarra nella sua veste più colta e raffinata.
La prima parte si articola sulle forme musicali tardo-rinascimentali e barocche, anche se fra i brani c'è un falso storico, infatti, Manuel Ponce è un compositore contemporaneo, messicano di nascita ma vissuto lungamente a Parigi.
La maggior parte delle sue composizioni chitarristiche furono dedicate al grande Andrés Segovia. Secondo alcuni critici, qualche opera sembra sia stata scritta a quattro mani.
Proprio Segovia suggerì a Ponce di scrivere una Suite nello stile barocco e nel 1929 egli compose la "Suite Antica" che attribuì a Sylvius Leopold Weiss. Weiss, grande compositore contemporaneo di Bach, era un virtuoso del liuto e si dice che ingaggiasse con lo stesso Bach gare di abilità con tale strumento. Solo nel 1983 la partitura della "Suite Antica" verrà pubblicata con il nome del vero autore.
Il programma prende avvio con una tipica forma musicale barocca cioè la fantasia che, si potrebbe definire una evoluzione del Ricercare ed antesignana della fuga.
La Fantasia, infatti, è una composizione strumentale di forma assai libera con una costruzione dialogante tra le parti, che nel '500, originando dall'Italia e dalla Spagna, si diffonde nel resto dell' Europa.
La prima parte del programma si conclude con una danza a basso ostinato e con variazioni, scritta su misura ternaria detta Ciaccona o Passacaglia, da passacalle perché in origine si ballava per le strade. Questa danza di carattere popolare e vivace, di origine spagnola, si diffuse in Europa nei secoli XVII e XVIII ed in Francia si trasformerà in austera danza di corte.
Esempio celeberrimo di Ciaccona è offerto proprio dal brano conclusivo della Seconda partita per violino solo di J.S. Bach di cui stasera sentiremo la trascrizione per chitarra di Andrés Segovia.
La seconda parte del programma è dedicata alle Variazioni: il tema con variazione è una forma musicale tipica dell'800 che arriva fino ai nostri giorni.
Questo concerto inizia e termina con due autori inglesi e apparentemente con la stessa forma; la fantasia. In realtà nella "fantasia N°7" composta da John Dowland, prevale l'aspetto imitativo polifonico mentre nella "Fantasy-Divisions" di Stephen Dodgson si realizza il principio della variazione.
Dodgson inoltre tratta la forma variazione facendola ruotare, non tanto intorno ad un tema musicale, quanto addirittura intorno ad una singola nota, il Sol. A questo proposito mi piace citare la metafora evocata proprio dal maestro Giuseppe Ficara:
«Immagina un processo gravitazionale, come quello del sistema solare, con la nota Sol al centro e le altre note che, come pianeti, gli girano intorno» .

Mio dovere sarebbe ora introdurre la figura dell'interprete di questa sera, ma le note biografiche ed il curriculum sono fredde annotazioni che potrete leggervi sul programma di sala, quello che invece mi ha colpito di Giuseppe Ficara e che è emerso nelle conversazioni che hanno necessariamente preceduto questo concerto, è il senso di magia che egli riesce a infondere al suo stile di vita e alla sua arte.
Magia della musica dunque, sembra una frase fatta, anzi lo è, ma proprio per questo essa mette in luce immediatamente quel fondo di realtà primordiale, archetipica, e al contempo misterica e tremenda che hanno le frasi fatte. Quelle che nascono, come direbbe Jung, dall'inconscio collettivo.
Ed ecco allora che alla memoria torna ad affacciarsi la fascinazione delle Figlie del sole, cioè le grandi maghe della tradizione ellenistica Circe e Medea che cantano e suonano strumenti misteriosi, e canta e suona Orfeo, che con la magia della sua poesia e della musica riesce a commuovere le belve, a penetrare negli inferi e a intenerire lo stesso cuore inscalfibile del Signore delle Ombre.
La musica dunque penetra laddove neppure la luce può giungere, come un fiume sotterraneo ora calmo ora impetuoso, essa scava una via diretta che dall'orecchio porta al cuore.
E anche la preghiera dei mistici, quella che i dervisci dicono che "ferisce l'orecchio dell'altissimo come una freccia" cela, immaginiamo, una sorta di rapimento musicale.
Raccontano che quando Francesco d'Assisi era al colmo della gioia estatica cantasse nella lingua di sua madre; in francese, come un trovatore.
Io sono convinta che ciascuno di noi può vivere la musica come fascinazione, come rapporto tra "cantus" ed "incantus" e lo dimostrano anche questi musicali e magici versi di Paul Verlaine: M.R. Milani

"Musica ancora e sempre!
Che essa sia la voce estrema che si libra
da un'anima che vola verso
altri cieli e altri amori…
Che essa sia la buona novella
diffusa al vento increspato del mattino
che va spargendo aroma di menta e di timo"

Maria Rosa Milani, 29 luglio 2000

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